Filosofia Clinica

Filosofia Clinica

Filosofia Clinica è stata a lungo, per quasi quindici anni, un’idea.

Questa si è mano a mano evoluta, è cambiata. Il nocciolo della questione è sempre stato il desiderio di creare qualcosa che non solo fosse cura per alcune determinate categorie di pazienti, ma fosse d’aiuto anche per chi non fosse malato. Come fare allora a non immaginare una linea continua (e non spezzata!) che unisse la “normalità” alla “patologia”? Il vivere passa attraverso la propria modulazione e rimodulazione costante come individui ed a volte questa sorta di danza, di dinamismo, oltrepassa il confine (labile) che separa ciò che definiamo “patologico” dalla “normalità”. Qual è il vero discrimine, il corpus teorico per mezzo del quale possiamo con certezza affermare che quel confine sia stato oltrepassato? nessuno, non possediamo alcun mezzo di questo genere. 

Una spessa linea d’ombra separa la normalità dalla patologia e ciascuno di noi può attraversarla, in un senso o nell’altro, anche più volte nel corso della propria esistenza. Certo, verrebbe da dire, molto spesso è proprio la sofferenza a rappresentare il motivo della richiesta d’aiuto, ma molto spesso chi è sofferente questo aiuto non lo chiede. E chi non è affetto da patologia, chi non è inscrivibile nelle tanto vituperate “caselle” dei testi specialistici, è forse sempre felice? essere felici è poi forse una cosa sempre positiva? di quali e quanti ingredienti è composta la felicità umana e quali e quanti di questi sono quelli raccomandabili o necessari od auspicabili e chi decide queste categorie?

Ecco allora balenare alla mente, attraverso lo studio della filosofia Chan, la possibilità di ottenere uno strumento non orfano del senso ma plasmato sulla base di questo: significa costruire qualcosa per ottenere il risultato (il senso) a cui un sistema filosofico aspira. Uno strumento che è in realtà un sistema filosofico a sé stante, accompagnato dalla possibilità dell’intervento clinico, a sua volta giustificato da una rigorosa ricerca scientifica. Perché questo? perché affabulatori di ogni genere in questa fase della storia umana popolano il mercato reale e quello virtuale, senza poter garantire nulla circa le proprie metodiche e provocando solitamente un miglioramento illusorio, effimero, non fondato su di un reale cambiamento dell’approccio alla realtà. 

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