C’è un insano ottimismo nell’aria.
Adesso che il numero dei contagi incomincia a farsi meno allarmante e che la fine dell’isolamento forzato della popolazione si fa per lo meno immaginabile, inizia a circolare la sensazione che si potrà riprendere presto a comportarsi come prima.
Allora significa che non si è capito nulla.
L’essere umano è una specie che si autodefinisce molto intelligente, “sapiens sapiens” si direbbe. Invece a quanto pare la cosa non sembra riguardare poi molti individui.
Il corona virus che in questi ultimi mesi ha falcidiato le genti del Pianeta, ha una genesi ben precisa: il rapporto di sfruttamento tra uomo ed animale, a danno esclusivo del secondo. Allevamenti che divengono vere e proprie fabbriche di virus e batteri sempre più potenti, visto che agli animali vengono somministrati farmaci in quantità, si trovano praticamente in ogni nazione.
La prossima patologia mortale, potrebbe ottenere i suoi natali pressoché ovunque.
Cambiare rotta è possibile, ma non fatelo solo per la vostra sicurezza: fatelo perché avete capito.
Serve riprogettare la nostra idea di esistenza: il Pianeta è la nostra casa e noi ne siamo i custodi, non i carnefici.
Non andrà tutto bene se non ci accorgeremo che prima non andava tutto bene.
Certo, per farlo servono occhi aperti e serve rimodulare il nostro rapporto con la realtà: vivere nei propri pensieri, vivere il sogno delle proprie aspettative, non conduce a nulla di buono. Ho scritto qualcosa a proposito.
A scanso di equivoci: mi permetto di dirlo solo perché il mio ricavato per l’intera campagna andrà in beneficenza.
E perché, in quello che ho scritto, credo fermamente.
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