Filosofia Clinica è un approccio psicologico e filosofico che si occupa del benessere delle persone ed allora come è possibile, in questi giorni, non occuparsi anche della società, cioè del sistema cui le persone danno vita, animano e, più frequentemente, subiscono?
In psicologia è ben noto un meccanismo molto semplice, che si riferisce alla motivazione, cioè al perché noi decidiamo di compiere una certa azione. La motivazione si può concettualmente dividere in intrinseca od estrinseca e, detto in questo modo, può sembrare si tratti di qualcosa di complesso, ma così non è. Per azione dotata di motivazione intrinseca intendiamo tutte quelle azioni che si compiono perché, di per se stesse, sono interessanti o piacevoli e cioè posseggono al loro interno il motivo che ci conduce a compierle. Ad esempio posso guardare un film perché si tratta di un buon film, leggere un articolo perché mi interessa il suo contenuto, giocare con gli amici perché ne ricavo piacere.
La motivazione può anche essere “estrinseca” e questo è il caso di tutte quelle azioni che normalmente compiamo e che di per se stesse non ci recano particolare piacere (e magari nemmeno troppo fastidio) ma che portiamo a termine perché in cambio possiamo ottenere qualcosa di piacevole. Ad esempio mi reco ogni giorno a lavoro perché otterrò uno stipendio a fine mese, lavo i miei vestiti perché in questo modo avrò vestiti puliti, studierò per un esame che non mi piace per niente perché mi servirà a conseguire la laurea.
Ci sono insomma attività che svolgiamo perché ci piacciono di per se stesse, altre che invece siamo in qualche modo più o meno costretti a compiere in virtù di un obiettivo che ci interessa conseguire. Va da sé che nel secondo caso, se rimuovessimo lo scopo, l’attività perderebbe tutto il suo interesse: non andrei probabilmente a lavorare se non ricevessi uno stipendio, non studierei pagine noiose relative ad un esame che non mi viene richiesto per la laurea e così via.
I genitori solitamente sono inclini a commettere un banale errore con i propri figli e questo consiste nel trasformare una attività che dovrebbe dare piacere di per se stessa (dotata di “motivazione intrinseca”, diremmo quindi) in una attività che si compie per ottenere qualcosa d’altro in cambio (a “motivazione estrinseca”).
E’ il caso in cui un bimbo non voglia leggere un libro e gli venga promesso “in cambio” un gelato. Un avvenimento all’apparenza piuttosto innocente e probabilmente anche molto comune. Il problema consiste però nel fatto che la lettura (di un buon libro) dovrebbe essere una attività che reca piacere di per se stessa, invece il bambino si troverà di fronte ad un compito di cui magari fatica ad afferrare la motivazione intrinseca (all’inizio leggere probabilmente non gli darà piacere) da svolgere per ottenere qualcosa che invece gli interessa moltissimo.
Il risultato? Verrà indebolita l’idea che la lettura possa rappresentare qualcosa di piacevole: se gli adulti fanno in modo di dare qualcosa in cambio, significa che leggere non è poi così interessante come dicono.
Il medesimo ragionamento si può applicare con facilità alla questione del documento sulla vaccinazione che, con l’obiettivo di condurre quante più persone possibile al vaccino, il governo ha deciso di rendere obbligatorio.
Una puntura, cioè un atto che causa dolore, non può avere alcuna motivazione intrinseca, va da sé, ma a quest’atto si può trovare una motivazione estrinseca estremamente prossima, quasi intrinseca, perché del vaccino potrebbe essere con buona probabilità conseguenza: “mi vaccino perché voglio proteggere la mia salute” (per quanto riguarda la salute altrui il discorso è meno lineare e qui non ne parleremo). Con l’introduzione dell’obbligo però il governo ha creato una motivazione estrinseca che con il vaccino non è correlata linearmente, qualcosa di simile ad un “mi vaccino perché voglio andare al ristorante”.
L’effetto? Anche in questo caso, l’attività compiuta a causa di una ragione piacevole che somiglia ad un “premio” perde la sua motivazione e si indebolisce, divenendo un necessario fastidio in vista di un piacere. Si tratta probabilmente di un espediente valido in una democrazia piuttosto debole, poco matura, nella quale il ricorso all’autoritarismo si ritiene necessario perché poco si stimano i cittadini (i quali infatti in questi giorni vengono insultati ed accusati) senza considerarne le ovvie conseguenze, che vanno dalla creazione di una netta divisione sociale, all’emergere del conflitto, all’indebolimento della medesima idea che si voleva far passare come “intelligente”.
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