Per quanto possa essere curiosa, questa affermazione è vera e lo è in un senso così profondo e radicale da far tremare il nostro modo di percepire, a patto di essere compresa davvero, completamente e di permetterle di invadere ogni ambito del nostro conoscere.
Ogni parte della realtà è in relazione con le altre e quindi ogni nostro gesto, che lo desideriamo o meno, è profondamente, intensamente collegato a ciò che ci circonda: l’aria che respiriamo è già stata respirata da altri, quella che uscirà dai nostri polmoni entrerà dal naso dei nostri cari o dei nostri colleghi o di un passante. Il COVID d’altronde forse almeno questo fatto ce lo ha insegnato chiaramente.
L’auto che mettiamo in moto, è stata assemblata da altri in altri luoghi, i pezzi che la compongono sono stati progettati e realizzati ancora da altre persone, che non conosciamo e probabilmente non conosceremo mai. Il cibo che mangiamo è stato seminato, accudito, innaffiato e raccolto, sempre da altri umani, ciascuno con una storia da raccontare, con giornate da vivere, problemi da risolvere, affetti, speranze, timori ed una tavola da imbandire.
I vestiti, le scarpe, l’orologio, i prodotti per l’igiene.. ogni aspetto del nostro esistere non è che il nodo di una rete maestosa e fitta. Tanto grande da scomparire, letteralmente, di sottrarsi al nostro parziale e frettoloso sguardo. Sembra tutto immerso in una armonia sontuosa, ma non è così e non lo è per nulla. La logica della vita implica la morte, ma buona parte della sofferenza potrebbe essere evitata. Molto spesso il problema siamo proprio noi, i “consumatori”: coloro i quali erodono l’utilità di un bene e lo trasformano un rifiuto. Si tratta di un processo inevitabile, ma si può fare molto per rendere le nostre impronte più lievi per il Pianeta.
Ogni nostro gesto nasconde una scelta, in ogni nostra azione è implicita una conseguenza. Che cosa compriamo? Che cosa mangiamo? Con che prodotti ci laviamo? Quali abiti abbiamo scelto per vestirci? Acquistare non è un gesto al di sopra della morale: quando decidiamo di mettere qualcosa nel carrello diveniamo partecipi della rete di cause ed effetti che ha prodotto ciò che stiamo toccando.
Facciamo adesso un passo oltre, tornando al titolo: nessuno è estraneo. Siamo tutti nodi di una rete fitta, straordinariamente vasta, inestricabile. Persino chi sceglie di chiudersi in casa, di restare solo, attraverso la sua connessione ad Internet non fa che agitare i fili che lo legano ad altri. Basta respirare, basta mangiare. Ancora oltre: anche un cadavere resta avviluppato in questa tela di eventi. Tutto ciò che è reale muta, tutto ciò che è reale influenza la realtà.
Ogni volto che vediamo è il nostro volto, perduto in una diversa foresta di concetti, variamente annebbiato, variamente felice o triste. Ma è il nostro volto. Anche se ci farà del male, anche se ci amerà, poco importa, il senso non cambia. Fare spazio in noi per accogliere, comprendere nel senso di prendere insieme noi e l’altro, in un movimento paritario, non gerarchico, non nullificante, ma di realizzazione, facendo esperienza del silenzio che illumina e scopre radici le quali, a ben guardare, non fanno che divenire una soltanto, ad avere il coraggio di scavare a sufficienza.
Mi mancavano i tuoi articoli per una lenta e piacevole riflessione