Qualche volta i sogni si realizzano o per lo meno alcuni di questi iniziano a prendere forma. Nel loro iniziale comparire davanti ai nostri occhi queste materializzazioni solo raramente incarnano qualcosa che avevamo pensato. Più spesso restiamo sorpresi, nel bene e nel male, davanti a qualcosa di cui a quanto pare avevamo potuto solo abbozzare in modo impreciso la forma.
E’ il caso di un nuovo posto di lavoro, di una nuova relazione affettiva: presto le aspettative, i nostri sogni, lasciano il posto a quella che è la realtà della nostra vita e, di solito, vanno ridimensionate.
Si tratta di un fenomeno assolutamente meraviglioso: non è un “riportare i piedi sulla terra”, non è la “disillusione” ma è la realtà che emerge e si afferma sul nostro pensiero.
Filosofia Clinica si rivolge a tutti ed a molte differenti situazioni, anche di carattere patologico: la dimensione del contatto con la realtà è di solito una esperienza nuova, immersi come siamo in quella che è stata definita “società dell’immagine” ma che mi permetto di descrivere come “società dell’immaginario”. Corriamo un grave pericoloa a vivere la nostra esistenza perduti tra pensieri che ci riguardano solo perché sono indotti e sogni che rincorriamo per essere accettati dagli altri. Questo può determinare il verificarsi di una o più patologie psichiche?